Antonino Berrettaro

Antonino Berrettaro (fine XV secolo – 1530c.) è stato uno scultore italiano.

Biografia

Antonino Berrettaro o altrimenti Antonino Birrittaro, com'è comunemente appellato in Sicilia, nasce in Toscana alla fine del XV secolo. Appartiene alla corrente toscano-carrarese già attiva presso la Corte Partenopea. I componenti in cerca di nuove committenze si spingono più a Sud stabilendosi in parte a Messina, a Palermo e relative province. La corrente introduce in Sicilia lo stile Rinascimentale con opere d'arte sacra e profana che spaziano dai monumenti celebrativi a quelli commemorativi. Dedito alla statuaria in qualità di sculptores o magistri marmorarii, anche come costruttori e architetti fabricatores, il Berrettaro è annoverato nell'elenco del Privilegium pro marmorariis et fabricatoribus stilato in Palermo il 18 settembre 1487 e spesso citato nella monumentale opera di Gioacchino Di Marzo negli anni 1868 - 1880 circa la scultura e gli artisti operanti in Sicilia a cavallo del XIV, XV e XVI secolo.

Fratello di Bartolomeo Berrettaro. Gran parte della formazione è merito dell'immensa fucina costituita dalla bottega dei Gagini.

Opere documentate sono presenti in città e nel comprensorio di Palermo: Polizzi Generosa. Inoltre a Salemi, Marsala. Pizzo Calabro.

Opere

Catania e provincia

Enna e provincia

  • 1523, "Annunciazione", gruppo marmoreo formato dalle statue della Vergine Annunciata e dell'Angelo Annunciante, in alto il Dio Padre fra Troni e Serafini, opera commissionata a Bartolomeo Berrettaro. Alla morte di quest'ultimo la commissione passa nel 1525 ad Antonino. Per magistrale stile d'esecuzione delle statue è pertanto verosimile che siano state scolpite da Antonello Gagini. Opere scomposte documentate nella chiesa del convento di Santa Maria del Carmelo di Nicosia.[2]

Palermo e provincia

  • 1523, "Porte" e "Finestre", manufatti marmorei commissionati da Geronimo Bellacera e realizzati con la collaborazione di Bartolomeo Berrettaro. Delle opere già ai tempi di Gioacchino di Marzo non giunge nulla, al posto del palazzo Bellacera è documentato il palazzo de' lo Faso, marchesi di San Gabriele, in via Alloro alla Kalsa di Palermo.[3]
  • 1524, "Sarcofago", manufatto marmoreo, monumento funebre di Guglielmo Aiutamicristo, opera documentata nella chiesa di San Domenico di Palermo.[1]
  • 1521, "Trittico", arco marmoreo e scene di vita di Santi, eseguito con la collaborazione di Francesco lo Mastro, del fratello Bartolomeo. Raffigura la Vergine con Bambino tra San Francesco d'Assisi (sulla realizzazione del volto della figura del Poverello è probabile l'intervento di Antonello Gagini) e Sant'Antonio di Padova. Opera proveniente dalla chiesa di San Francesco d'Assisi dell'Ordine dei frati minori conventuali e custodita nella Cappella di San Gandolfo della chiesa di Santa Maria Assunta di Polizzi Generosa.[4]

Trapani e provincia

Calabria e province

  • 1524, "Pietà", bassorilievo marmoreo con lunotto, in collaborazione col fratello Bartolomeo, opera custodita nella chiesa di San Giorgio Martire di Pizzo Calabro.[8]

Note

  1. ^ a b Gioacchino di Marzo, pp. 157.
  2. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 152, 153 e 154.
  3. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 151.
  4. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 144.
  5. ^ Touring Club Italiano, pp. 307.
  6. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 140, 156 e 157, 238, 388 e 392, 446.
  7. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 159.
  8. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 158.

Bibliografia

  • (IT) "Guida d'Italia" - "Sicilia", Touring Club Italiano.
  • (IT) Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti", Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo, Volume I e II, Palermo, Stamperia del Giornale di Sicilia.

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