Xerochrysum

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Xerochrysum
Xerochrysum bracteatum
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùGnaphalieae
SottotribùGnaphaliinae

Australasian clade

Genere Xerochrysum
Tzelev, 1990
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùGnaphalieae
Genere Xerochrysum
Specie
(Vedi testo)

Xerochrysum Tzelev, 1990 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Gnaphalieae e sottotribù Gnaphaliinae).[1][2]

Etimologia

Il nome del genere deriva dalle parole greche "xeros" (= secco) e "chrysos" (= oro). Il nome è stato scelto perché le piante di questo genere sono caratterizzate da fiori secchi e dorati.[3][4]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Nikolai Nikolaievich Tzvelev (1925-2015) nella pubblicazione " Novosti Sistematiki Vysshikh Rastenii. Moscow, Leningrad" ( Novosti Sist. Vyssh. Rast. 27: 151) del 1990.[5]

Descrizione

Il portamento
Xerochrysum palustra
Le foglie
Xerochrysum viscosum
Infiorescenza
Xerochrysum subundulatum
I fiori
Xerochrysum bicolor

Portamento. Le specie di questo gruppo hanno un habitus di tipo erbaceo perenne. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta e scaposa.

Foglie. Le foglie in sono disposte in modo alternato e sono quasi sempre sessili. La lamina è intera e piatta con forme generalmente strette (da lineari a lanceolate) e colorata di verde scuro; i margini sono continui a volte revoluti. La superficie è tomentosa o lanosa su entrambe le superfici.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da capolini solitari. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale di tipo più o meno disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate, composto da diverse brattee superanti i fiori, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, glabre o pelose a consistenza cartacea e colorate, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è senza pagliette a protezione della base dei fiori (raramente quest'ultime sono presenti); la forma è piatta.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni: sono femminili e filiformi;
  • fiori del disco centrali: sono ermafroditi e tubulosi.

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K {\displaystyle \infty } , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sono giallo, bianco e varietà.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme concave; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma acuta; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli dorsali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma quadrangolare; la superficie è glabra; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo è formato da setole capillari (piumose o barbate) libere.

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Le specie di questo genere sono distribuite in Australia, Tasmania e Nuova Guinea. Inoltre risulta introdotto in Europa, America centrale e India.[2]

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi

Il genere di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[15][16]

La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto.[17]

Il genere Xerochrysum appartiene al gruppo Australasian clade, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae diviso in quattro sottocladi: Angianthus (specie effimere dell'Australia occidentale), Waitzia (specie perenni dell'Australia orientale), Cassinia (specie con portamento arbustivo) e Euchiton (specie perenni simili a piante lanose e alpine). Il genere di questa voce appartiene al clade Waitzia che insieme al clade Angianthus forma un "gruppo fratello"; entrambi si trovano in posizione del "core" dell'Australasian clade, ossia sono gli ultimi cladi ad essersi evoluti. Xerochrysum probabilmente non è monofiletico in quanto al suo interno potrebbe essere nidificato il genere Coronidium Paul G.Wilson.[18].

I caratteri distintivi del genere Xerochrysum sono:[10]

  • in genere le infiorescenze sono scapose;
  • le brattee involucrali sono colorate;

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 22, 24, 26, 18 e 30.[10]

Elenco delle specie

Questo genere ha 25 specie:[2]

  • Xerochrysum alpinum Paul G.Wilson
  • Xerochrysum andrewiae T.L.Collins & J.J.Bruhl
  • Xerochrysum banksii (A.Cunn. ex DC.) T.L.Collins & I.Telford
  • Xerochrysum berarngutta T.L.Collins & I.Telford
  • Xerochrysum bicolor (Lindl.) R.J.Bayer
  • Xerochrysum boreale Paul G.Wilson
  • Xerochrysum bracteatum (Vent.) Tzvelev
  • Xerochrysum collierianum A.M.Buchanan
  • Xerochrysum copelandii J.J.Bruhl & I.Telford
  • Xerochrysum frutescens J.J.Bruhl & I.Telford
  • Xerochrysum gudang T.L.Collins & J.J.Bruhl
  • Xerochrysum halmaturorum Paul G.Wilson
  • Xerochrysum hispidum T.L.Collins & I.Telford
  • Xerochrysum interiore Paul G.Wilson
  • Xerochrysum macranthum (Benth.) Paul G.Wilson
  • Xerochrysum macsweeneyorum T.L.Collins
  • Xerochrysum milliganii (Hook.f.) Paul G.Wilson
  • Xerochrysum murapan T.L.Collins & I.Telford
  • Xerochrysum neoanglicum J.J.Bruhl & I.Telford
  • Xerochrysum palustre (Flann) R.J.Bayer
  • Xerochrysum papillosum (Labill.) R.J.Bayer
  • Xerochrysum strictum T.L.Collins & J.J.Bruhl
  • Xerochrysum subundulatum (Sch.Bip.) R.J.Bayer
  • Xerochrysum viscosum (DC.) R.J.Bayer
  • Xerochrysum wilsonii T.L.Collins

Specie della flora spontanea italiana

Nella flora spontanea italiana del gruppo di questa voce è presente la seguente specie (introdotta):[19]

  • Xerochrysum bracteatum (Vent.) Tzvelev - Elicriso lucido.

La presenza sul territorio italiano è da verificare.

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Bracteantha Anderb. & Haegi

Note

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 agosto 2023.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16 agosto 2023.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16 agosto 2023.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16 agosto 2023.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ a b c d Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 562.
  10. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 283.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  15. ^ Mandel et al. 2019.
  16. ^ Zhang et al. 2021.
  17. ^ Smissen et al 2020.
  18. ^ Schmidt et al. 2021.
  19. ^ Pignatti 2018, vol.3 pag. 777.

Bibliografia

  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
  • Jennifer R. Mandel, Rebecca B. Dikow, Carolina M. Siniscalchi, Ramhari Thapa, Linda E. Watson and Vicki A. Funk, A fully resolved backbone phylogeny reveals numerous dispersals and explosive diversifications throughout the history of Asteraceae, in PNAS, vol. 116, n. 28, 2019, pp. 14083-14088.
  • Caifei Zhang, Chien-Hsun Huang, Mian Liu, Yi Hu, Jose L. Panero, Federico Luebert, Tiangang Gao, Hong Ma, Phylotranscriptomic insights into Asteraceae diversity, polyploidy, and morphological innovation, in JIPB, vol. 63, n. 7, 2021, pp. 1273-1293.
  • Rob D. Smissen, Randall J. Bayer, Nicola G. Bergh, Ilse Breitwieser, Susana E. Freire, Mercè Galbany-Casals, Alexander N. Schmidt-Lebuhn & Josephine M. Ward, A revised subtribal classification of Gnaphalieae (Asteraceae), in Taxon, vol. 60, n. 4, 2020, pp. 778-806.
  • Alexander N. Schmidt-Lebuhn, Jessica Bovill, Phylogenomic data reveal four major clades of Australian Gnaphalieae (Asteraceae), in Taxon, vol. 70, n. 2, 2021, pp. 1020-1034.

Voci correlate

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Wikispecies
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Xerochrysum
  • Collabora a Wikispecies Wikispecies contiene informazioni su Xerochrysum

Collegamenti esterni

  • Xerochrysum Royal Botanic Gardens KEW - Database
  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica