Trois Histoires pour enfants
Trois Histoires pour enfants | |
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Compositore | Igor' Fëdorovič Stravinskij |
Epoca di composizione | 1915-1917 |
Pubblicazione | J. & W. Chester, Londra, 1920 |
Dedica | al figlio Svjatoslav Soulima |
Durata media | 3 minuti |
Manuale |
Le Trois Histoires pour enfants sono un ciclo di canzoni per voce e pianoforte composte da Igor' Fëdorovič Stravinskij fra il 1915 e il 1917.
Storia
Nel 1906 Stravinskij aveva scritto un primo gruppo di canti ispirati a testi popolari che evocavano i suoi ricordi della fanciullezza, i Trois souvenirs de mon enfance; sulla stessa linea di rievocazione scrisse le Trois Histoires pour enfants[1].
La prima a essere scritta fu la Chanson de l'ours che risale al 15 dicembre 1915 e fu composta a Morges come le altre due. Stravinskij scrisse poi Tilimbom il 22 maggio 1917, mentre Les canards, les cygnes et les oies fu terminata il 21 giugno dello stesso anno. I testi sono tratti da storie popolari russe e furono poi tradotti in francese dallo scrittore svizzero Charles-Ferdinand Ramuz amico del musicista; le canzoni furono pubblicate solo nel 1920 con un ordine diverso da quello della composizione: Tilimbom, Les canards, les cygnes et les oies e L'ours.
Analisi
La prima canzone è una filastrocca che ha per protagonisti degli animali: la casa della capra è in fiamme; accorrono in soccorso il gallo, la gallina e il gatto mentre il caprone, indifferente, è solo seccato per il trambusto. La parte pianistica sottolinea con efficacia l'insistente suono della piccola campana suonata dal gatto per richiamare l'attenzione sull'incendio: "Tilimbom, tilimbom, c'est la cloche du feu qui sonne...".
Tilimbom fu poi rivista da Stravinskij in una versione per voce e orchestra a Biarritz nel 1923 per un concerto della cantante Vera Janacopulos[2].
Il secondo brano, Les canards, les cygnes et les oies, è una ninna nanna composta dal musicista, su parole di sua invenzione, per la sua bambina[3]. La musica, in maniera divertita, richiama il petulante starnazzamento degli animali. Il brano si può avvicinare alle Pribautki scritte da Stravinskij nello stesso periodo.
L'ultimo brano, L'ours, si ispira a una favola popolare di Afanas'ev. Un vecchio, andando nel bosco in cerca di legna, si scontra con un orso; l'uomo prende un'ascia, gli stacca una zampa e fugge. L'orso, con un ramo, ricostruisce l'arto perduto e raggiunge la casa dove vive il vecchio con la moglie; riesce a entrare e a trovare i due che si erano nascosti e li uccide. Il pianoforte qui non ha una parte sviluppata, ma solo il continuo monotono ripetersi di un basso ostinato su due sole note che fa immaginare l'incedere pesante dell'orso[1].
Stravinskij si appassionò molto e si divertì nello scrivere queste piccole composizioni perché, trasportando la poesia nella parte cantata, poteva ignorare totalmente gli accenti originali dei versi russi, creando così molteplici possibilità musicali[2].
Questi tre pezzi, unitamente a Pribautki e alle Berceuses du chat, si possono considerare i diretti progenitori di Renard[2].