Sceliphron spirifex

Abbozzo imenotteri
Questa voce sull'argomento imenotteri è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Sceliphron spirifex
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezioneHymenopteroidea
OrdineHymenoptera
SottordineApocrita
SezioneAculeata
SuperfamigliaApoidea
FamigliaSphecidae
SottofamigliaSceliphrinae
TribùSceliphrini
GenereSceliphron
SpecieS. spirifex
Nomenclatura binomiale
Sceliphron spirifex
(Linnaeus, 1758)

L'insetto vasaio (Sceliphron spirifex Linnaeus, 1758) o vespa-vasaio è un imenottero apoideo della famiglia Sphecidae,[1] diffuso in Africa e nell'Europa meridionale.

Descrizione

La lunghezza del corpo è in media di 19,6 mm nei maschi e di 23,7 mm nelle femmine,[2] con un'apertura alare che va da 25 a 35 mm.[3] Particolarità dell'insetto sono le lunghe zampe posteriori, le quali misurano quanto il suo corpo, e che tiene penzoloni durante il volo. L'addome, a goccia, è collegato al torace tramite il peduncolo (segmento sottile), di lunghezza almeno pari a quella dell'addome stesso.[3] Gli adulti hanno una livrea in prevalenza nera con alcune parti gialle (peduncolo e parti delle zampe).

Biologia

Alimentazione

La sua alimentazione differisce a seconda dell'età: da adulta si nutre di nettare (favorendo così l'impollinazione), mentre nella fase larvale è carnivora e alquanto vorace.

Riproduzione

La riproduzione avviene in nidi di fango. La scelta del luogo in cui costruire il nido dipende da fattori importanti quali l'ombra e il riparo dalla pioggia, con una netta preferenza per i posti a meno di 1,5 m dal suolo.[2] Tra i luoghi preferiti per la nidificazione: tettoie o cornicioni di ricoveri abbandonati, cataste di legna, l’interno di costruzioni rurali (come stalle e pollai).[3] Il nido consiste in una o più celle a forma di tubo: la costruzione di ogni cella avviene in modo concentrico, attorno alla sua cavità centrale,[4] con palline di fango modellate dalle mandibole e dalle zampe anteriori.[3] Una volta che una cella si è asciugata, la femmina la rifornisce di prede (ragni paralizzati dalla sua puntura, necessari allo sviluppo della larva); successivamente l'uovo, uno per ogni cella, in genere è deposto sull'addome della prima preda[3][4] (quella collocata nella parte più profonda della cella). Altre prede verranno aggiunte fino al riempimento della cella.[3] Infine copre il nido (l'apertura di ciascuna cella) con uno strato di fango.[5][4] Data la maggiore protezione offerta dalle abitazioni dell'uomo rispetto ai posti originari (strapiombi, mucchi di roccia, ecc.), questa copertura di fango sembra non essere più necessaria: un'ipotesi formulata dopo aver trovato che solo due nidi su cinque erano stati chiusi.[2]
Rispetto al contenuto delle celle, in uno studio è emerso che la quasi totalità delle prede è della famiglia Araneidae (le rimanenti sono delle famiglie Clubionidae, Thomisidae, Salticidae): in particolare dei generi Larinioides (più della metà dei ragni) e Araneus (circa un sesto dei ragni). Inoltre, la stragrande maggioranza delle prede è allo stadio giovanile.[4]

Distribuzione e habitat

La specie ha un areale che va dall'Africa settentrionale all'Europa meridionale. In particolare, è autoctona dell'Italia: ampiamente diffusa in gran parte della Penisola, risulta assente solo in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Molise e Basilicata.[6]

Note

  1. ^ (EN) Sceliphron spirifex, in Hymenoptera Online (HOL), Ohio State University. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  2. ^ a b c White, 1962.
  3. ^ a b c d e f Pezzi, 1998.
  4. ^ a b c d Polidori et al., 2005.
  5. ^ Grandi, 1961.
  6. ^ Ceccolini & Paggetti, 2011.

Bibliografia

  • (EN) R.M. Bohart e A.S. Menke, Sphecid Wasps of the World: A Generic Revision, Berkeley, California, University of California Press, 1976.
  • F. Ceccolini e E. Paggetti, Note sulla distribuzione degli Sceliphron italiani con nuovi dati corologici per le specie alloctone (Insecta Hymenoptera Sphecidae) (PDF), in Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna, vol. 34, dicembre 2011, pp. 111-118.
  • G. Grandi, Studi di un entomologo sugli imenotteri superiori, in Bollettino dell'Istituto di Entomologia dell'Università di Bologna, XXV, Bologna, Calderini, 1961.
  • G. Pezzi, Osservazioni sul ciclo biologico dell'imenottero sfecide Sceliphron spirifex (Linnaeus, 1758) in Romagna (Insecta Hymenoptera Sphecidae) (PDF), in Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna, vol. 10, dicembre 1998, pp. 71-75.
  • (EN) C. Polidori, L. Trombino, C. Fumagalli e F. Andrietti, The nest of the mud‐dauber wasp, Sceliphron spirifex (Hymenoptera, Sphecidae): Application of geological methods to structure and brood cell contents analysis, in Italian Journal of Zoology, vol. 72, n. 2, 2005, pp. 153-159, DOI:10.1080/11250000509356665.
  • (EN) E. White, Nest-Building and Provisioning in Relation to Sex in Sceliphron spirifex L. (Sphecidae), in Journal of Animal Ecology, vol. 31, n. 2, British Ecological Society, giugno 1962, pp. 317-329.

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Wikispecies
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sceliphron spirifex
  • Collabora a Wikispecies Wikispecies contiene informazioni su Sceliphron spirifex

Collegamenti esterni

  • LucianaBartolini.net - Informazioni sulla Sceliphron spirifex, con accurata descrizione dei nidi.
  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi