Punto singolare di una curva

Una cuspide nell'origine del grafico della curva y2 = x3

In geometria, un punto singolare di una curva è un punto per il quale la curva non è rappresentata da una funzione liscia. La definizione precisa dipende dal tipo di curva che si considera.

Curve algebriche nel piano

Una curva algebrica nel piano è definita come il luogo geometrico dei punti ( x , y ) {\displaystyle (x,y)} del piano che soddisfano una equazione nella forma f ( x , y ) = 0 {\displaystyle f(x,y)=0} dove f {\displaystyle f} è una funzione polinomiale f : R 2 R {\displaystyle f\colon \mathbb {R} ^{2}\to \mathbb {R} }

f ( x , y ) = a 0 + b 0 x + b 1 y + c 0 x 2 + 2 c 1 x y + c 2 y 2 + {\displaystyle f(x,y)=a_{0}+b_{0}x+b_{1}y+c_{0}x^{2}+2c_{1}xy+c_{2}y^{2}+\dots }

Se l'origine ( 0 , 0 ) {\displaystyle (0,0)} appartiene alla curva allora a 0 = 0 {\displaystyle a_{0}=0} . Se b 1 0 {\displaystyle b_{1}\neq 0} allora il teorema delle funzioni implicite assicura che esiste una funzione liscia h {\displaystyle h} tale che la curva ha la forma y = h ( x ) {\displaystyle y=h(x)} in un intorno dell'origine. Analogamente, se b 0 0 {\displaystyle b_{0}\neq 0} allora esiste una funzione liscia k {\displaystyle k} tale che la curva ha la forma x = k ( y ) {\displaystyle x=k(y)} in un intorno dell'origine. In entrambi i casi, esiste una mappa regolare da R {\displaystyle \mathbb {R} } al piano sul quale è definita la curva in un intorno dell'origine. Nell'origine si ha che

b 0 = f x , b 1 = f y , {\displaystyle b_{0}={\partial f \over \partial x},\,b_{1}={\partial f \over \partial y},}

per cui la curva è non singolare, o regolare, nell'origine se almeno una delle derivate parziali di f {\displaystyle f} è non nulla. I punti singolari sono quei punti della curva nei quali si annulla il gradiente di f {\displaystyle f} :

f ( x , y ) = f x = f y = 0. {\displaystyle f(x,y)={\partial f \over \partial x}={\partial f \over \partial y}=0.} .

Punti di regolarità

Assumendo che la curva passi per l'origine e ponendo y = m x {\displaystyle y=mx} , f {\displaystyle f} può essere scritta come

f = ( b 0 + m b 1 ) x + ( c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 ) x 2 + . {\displaystyle f=(b_{0}+mb_{1})x+(c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2})x^{2}+\dots .\,}

Se b 0 + m b 1 0 {\displaystyle b_{0}+mb_{1}\neq 0} allora f = 0 {\displaystyle f=0} ha una soluzione di molteplicità 1 {\displaystyle 1} per x = 0 {\displaystyle x=0} e l'origine è un punto di contatto di ordine 1 {\displaystyle 1} con la retta y = m x {\displaystyle y=mx} .

Se b 0 + m b 1 = 0 {\displaystyle b_{0}+mb_{1}=0} allora f = 0 {\displaystyle f=0} ha una soluzione di molteplicità maggiore o uguale a 2 {\displaystyle 2} e la retta y = m x {\displaystyle y=mx} ovvero b 0 x + b 1 y = 0 {\displaystyle b_{0}x+b_{1}y=0} è tangente alla curva. In tale caso, se c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}\neq 0} allora la curva ha un punto di contatto di ordine 2 {\displaystyle 2} con y = m x {\displaystyle y=mx} .

Se il coefficiente di x 2 {\displaystyle x^{2}} è nullo ovvero se c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} ma non è nullo il coefficiente di x 3 {\displaystyle x^{3}} allora l'origine è un punto di flesso della curva. Se entrambi i coefficienti di x 2 {\displaystyle x^{2}} e x 3 {\displaystyle x^{3}} sono nulli allora l'origine è un punto di ondulazione.[1] Tale analisi si generalizza ad ogni punto della curva, traslandola in modo che il punto di interesse vada a cadere nell'origine.[2]

Punti doppi

Tre limaçon: la curva a sinistra ha un punto doppio isolato nell'origine, quella al centro (cardioide) ha una cuspide nell'origine, quella a destra ha un nodo (autointersezione) nell'origine.

Se b 0 {\displaystyle b_{0}} e b 1 {\displaystyle b_{1}} sono entrambi nulli ma almeno uno tra c 0 {\displaystyle c_{0}} , c 1 {\displaystyle c_{1}} e c 2 {\displaystyle c_{2}} è non nullo allora l'origine è un punto doppio per la curva. Ponendo y = m x {\displaystyle y=mx} , f {\displaystyle f} può essere scritta come

f = ( c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 ) x 2 + ( d 0 + 3 m d 1 + 3 m 2 d 2 + d 3 m 3 ) x 3 + . {\displaystyle f=(c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2})x^{2}+(d_{0}+3md_{1}+3m^{2}d_{2}+d_{3}m^{3})x^{3}+\dots .\,}

I punti doppi possono essere classificati secondo le soluzioni di c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} .

Nodi

Se c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} ha due soluzioni reali rispetto a m {\displaystyle m} , ovvero se c 0 c 2 ( c 1 ) 2 < 0 {\displaystyle c_{0}c_{2}-(c_{1})^{2}<0} allora l'origine è un nodo per la curva. In tale caso la curva ha un'autointersezione nell'origine e ha due tangenti distinte corrispondenti alle due soluzioni di c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} . La funzione f {\displaystyle f} ha un punto di sella in corrispondenza.

Punti doppi isolati

Se c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} non ha soluzioni reali rispetto a m {\displaystyle m} , ovvero se c 0 c 2 ( c 1 ) 2 > 0 {\displaystyle c_{0}c_{2}-(c_{1})^{2}>0} , allora l'origine è un punto doppio isolato (o nodo isolato). Nel piano reale è quindi un punto isolato, ma se si considera la curva complessa l'origine non è un punto isolato e ha due tangenti immaginarie, corrispondenti alle due soluzioni complesse di c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} . La funzione f {\displaystyle f} ha un estremo locale in corrispondenza.

Cuspidi

Se c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} ha una soluzione di molteplicità 2 {\displaystyle 2} rispetto a m {\displaystyle m} , ovvero c 0 c 2 ( c 1 ) 2 = 0 {\displaystyle c_{0}c_{2}-(c_{1})^{2}=0} , allora l'origine è un punto di cuspide. La curva cambia direzione con un angolo netto nell'origine e ha una sola tangente, che può essere considerata come due tangenti coincidenti.

Ulteriori classificazioni

Il numero di nodi o cuspidi di una curva è uno dei due invarianti della formula di Plücker.

Se una delle soluzioni di c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} è anche soluzione di d 0 + 3 m d 1 + 3 m 2 d 2 + d 3 m 3 = 0 {\displaystyle d_{0}+3md_{1}+3m^{2}d_{2}+d_{3}m^{3}=0} allora il ramo corrispondente della curva ha un punto di flesso nell'origine, che in questo caso è un punto di flencnodo.[3] Se entrambe le tangenti hanno questa proprietà, ovvero c 0 + 2 m c 1 + c 2 m 2 = 0 {\displaystyle c_{0}+2mc_{1}+c_{2}m^{2}=0} è un fattore di d 0 + 3 m d 1 + 3 m 2 d 2 + d 3 m 3 = 0 {\displaystyle d_{0}+3md_{1}+3m^{2}d_{2}+d_{3}m^{3}=0} , allora l'origine è un biflecnodo.[4]

Punti multipli

La curva f ( t ) = ( sin ( 2 t ) + cos ( t ) , sin ( t ) + cos ( 2 t ) {\displaystyle f(t)=(\sin(2t)+\cos(t),\sin(t)+\cos(2t)} ha un punto triplo nell'origine

In generale, se tutti i termini di grado inferiore a k {\displaystyle k} sono nulli, almeno un termine di grado k {\displaystyle k} è non nullo in f {\displaystyle f} e la curva ha un punto multiplo di ordine k {\displaystyle k} . La curva avrà, in generale, k {\displaystyle k} tangenti nell'origine, anche se alcune di esse possono essere immaginarie.[5]

Curve parametriche

Una curva parametrica in R 2 {\displaystyle \mathbb {R} ^{2}} è definita come l'immagine di una funzione g : R R 2 ,   g ( t ) = ( g 1 ( t ) , g 2 ( t ) ) {\displaystyle g\colon \mathbb {R} \to \mathbb {R} ^{2},\ g(t)=(g_{1}(t),g_{2}(t))} . I punti singolari sono quelli per i quali si annulla il gradiente di g {\displaystyle g} , ovvero

d g 1 d t = d g 2 d t = 0. {\displaystyle {dg_{1} \over dt}={dg_{2} \over dt}=0.}

Molte curve possono essere definite in questa maniera, ma le definizioni di singolarità possono non essere sempre concordi. La cuspide è singolare in entrambe le definizioni, un esempio è la curva seguente che ha una cuspide nell'origine, e può essere definita implicitamente come x 3 y 2 = 0 {\displaystyle x^{3}-y^{2}=0} o in forma parametrica come g ( t ) = ( t 2 , t 3 ) {\displaystyle g(t)=(t^{2},t^{3})} . Nel caso dei nodi non è sempre questo il caso, ad esempio nella curva y 2 x 3 x 2 = 0 {\displaystyle y^{2}-x^{3}-x^{2}=0} , l'origine è un punto singolare se si considera la curva definita implicitamente in forma algebrica, ma considerando la parametrizzazione g ( t ) = ( t 2 1 , t 3 t ) {\displaystyle g(t)=(t^{2}-1,t^{3}-t)} , si ha che g ( t ) = ( 2 t , 3 t 2 1 ) {\displaystyle g'(t)=(2t,3t^{2}-1)} non si annulla mai, e il nodo non è un punto singolare per la parametrizzazione.

È necessario prestare attenzione nella scelta della parametrizzazione: ad esempio la retta y = 0 {\displaystyle y=0} parametrizzata da g ( t ) = ( t 3 , 0 ) {\displaystyle g(t)=(t^{3},0)} ha una singolarità nell'origine, mentre quando è parametrizzata da g ( t ) = ( t , 0 ) {\displaystyle g(t)=(t,0)} non ha singolarità. Per questo motivo, è più opportuno parlare di punto singolare di una parametrizzazione regolare piuttosto che di punto singolare della curva in sé.

La precedente definizione può essere estesa per coprire i punti singolari delle curve implicite, che sono definiti come insieme degli zeri f 1 ( 0 ) {\displaystyle f^{-1}(0)} di una funzione liscia, e può essere estesa per curve in più dimensioni.

Un teorema di Hassler Whitney afferma che ogni insieme chiuso in R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} è l'insieme degli zeri f 1 ( 0 ) {\displaystyle f^{-1}(0)} di una opportuna funzione liscia f : R n R {\displaystyle f\colon \mathbb {R} ^{n}\to \mathbb {R} } .[6][7]

Note

  1. ^ ondulazione in “Dizionario delle Scienze Fisiche” – Treccani
  2. ^ Hilton, chap. II §1.
  3. ^ flecnodo in “Dizionario delle Scienze Fisiche” – Treccani
  4. ^ Hilton, chap. II §2.
  5. ^ Hilton, chap. II §3.
  6. ^ (EN) Brooker and Larden, Differential Germs and Catastrophes, London Mathematical Society. Lecture Notes 17. Cambridge, (1975)
  7. ^ (EN) Bruce and Giblin, Curves and singularities, (1984, 1992) ISBN 0-521-41985-9, ISBN 0-521-42999-4 (paperback)

Bibliografia

  • (EN) Harold Hilton, Chapter II: Singular Points, in Plane Algebraic Curves, Oxford, 1920.

Voci correlate

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