Psiax

Dioniso che regge un kantharos, particolare di un piatto, Londra, British Museum

Psiax (in greco antico Ψίαξ; nella sua firma ΦΣΙΑΧΣ) (... – ...; fl. 525 a.C. / 510 a.C.) è fu un ceramografo attico. Lavorò ad Atene come ceramografo presso la bottega di Andocide, una delle più innovative per il periodo, dove si ritiene sia stata inventata la tecnica della ceramica a figure rosse; si ritiene inoltre possa essere stato allievo del Pittore di Amasis per il disegno delicato, le incisioni sottili e l'attenzione ai particolari. Il suo nome ci è giunto su due piccoli alabastra a figure rosse, in alfabeto attico[1].

Attività

Fu un artista della transizione, grande sperimentatore di tecniche che seppe padroneggiare indifferentemente e con destrezza; oltre ai vasi a figure nere, a figure rosse e bilingui ha dipinto figure nere su fondo bianco e fondo corallo e vasi decorati con la tecnica di Six, una tecnica pittorica imitativa delle figure rosse in cui il disegno non è riservato, ma ottenuto per aggiunta di colore. Le sperimentazioni non si limitavano del resto alla tecnica e al colore, ma erano rivolte anche al disegno e agli atteggiamenti umani complessi, in anticipo sui successivi maestri delle figure rosse. Come il Pittore di Andocide Psiax è ancora legato alla tradizione di Exechias soprattutto per quanto riguarda la composizione nei vasi grandi, mentre la struttura delle figure rivela l'interesse per il nuovo stile introdotto con la tecnica a figure rosse.

Opere

Anfora del British Museum 1980.11-29.1, firmata da Andocide come vasaio e attribuita a Psiax come ceramografo.

Due dei vasi firmati dal vasaio Andocide, un'anfora a collo distinto a figure nere conservata al British Museum e un'anfora bilingue al Museo archeologico nazionale di Madrid, sono stati attribuiti a Psiax su base stilistica. L'anfora di Londra (n. inv. 1980.11-29.1) presenta il corpo totalmente dipinto in nero e due piccoli disegni sul collo, con un carro visto frontalmente tra due giovani e Dioniso tra due satiri danzanti. L'uniformità e la lucentezza del corpo suggerisce la derivazione di questa tipologia decorativa da prototipi metallici; anche la posizione della firma sul labbro è una pratica prevalentemente usata nella lavorazione dei metalli. Nell'anfora bilingue di Madrid (Madrid 11008) la scena a figure nere mostra Dioniso con satiri e menadi, quella a figure rosse mostra Apollo citaredo con Leto, Artemide e Ares; la firma del ceramista Andocide è posta sul profilo del piede.[2] Tra le numerose anfore bilingui, le anfore di tipo A del periodo di transizione dalle figure nere alle figure rosse, come quella appena descritta, formano una serie ristretta e facilmente identificabile, dove il bilinguismo era un mezzo per l'esplorazione delle possibilità espressive delle due tecniche.

Note

  1. ^ (EN) The Beazley Archive, 200025, Odessa, Museum of Western and Eastern Art, 26602, su beazley.ox.ac.uk. URL consultato il 25 giugno 2012.; (EN) The Beazley Archive, 200024, Karlsruhe, Badisches Landesmuseum, B120, su beazley.ox.ac.uk. URL consultato il 25 giugno 2012.
  2. ^ (EN) The Beazley Archive, 200022, Madrid, Museo Arqueologico Nacional, 11008, su beazley.ox.ac.uk. URL consultato il 25 giugno 2012.

Bibliografia

  • Enrico Paribeni, Psiax, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, vol. 6, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1965.
  • Jean Charbonneaux, Roland Martin; François Villard, La Grecia arcaica : (620-480 a.C.), Milano, Rizzoli, 1978. ISBN non esistente
  • John Beazley, Development of the Attic Black-Figure, Revised edition, Berkeley, University of California Press, 1986, pp. 72-73, ISBN 0520055934.
  • Martin Robertson, The Art of Vase-Painting in Classical Athens, Cambridge, Cambridge University Press, 1992, pp. 12-14, ISBN 0521338816.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • E. Paribeni, PSIAX, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1965. Modifica su Wikidata
  • Opere di Psiax, su MLOL, Horizons Unlimited. Modifica su Wikidata
  • (EN) The Getty Museum, Psiax, su getty.edu. URL consultato il 25 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2012).
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