Omologia (topologia)

L'omologia è uno strumento matematico che "misura" la forma di un oggetto. Il risultato di questa misura è un oggetto algebrico, una successione di gruppi. Informalmente, questi gruppi codificano il numero ed il tipo di "buchi" presenti nell'oggetto.

L'omologia, assieme all'omotopia, è un concetto fondamentale della topologia algebrica. È una procedura con cui viene assegnata a un certo oggetto matematico (come uno spazio topologico o un gruppo), una successione di gruppi abeliani, che forniscano in qualche maniera informazioni sull'oggetto in considerazione.

In topologia, l'omologia di uno spazio topologico X {\displaystyle X} è un gruppo abeliano

H i ( X ) {\displaystyle H_{i}(X)}

che informalmente misura il numero di "buchi i {\displaystyle i} -dimensionali" dello spazio X {\displaystyle X} . Un concetto analogo è il gruppo fondamentale.

Descrizione

L'omologia di uno spazio topologico X {\displaystyle X} è una successione di gruppi abeliani, che vengono indicati nel modo seguente:

H 0 ( X ) , H 1 ( X ) , H 2 ( X ) , {\displaystyle H_{0}(X),H_{1}(X),H_{2}(X),\ldots }

Informalmente, il gruppo H i ( X ) {\displaystyle H_{i}(X)} descrive i "buchi i {\displaystyle i} -dimensionali" di X {\displaystyle X} . Esistono vari modi (essenzialmente equivalenti) di definire l'omologia: si parla quindi a seconda del caso di omologia singolare, omologia simpliciale, etc.

Una circonferenza ha un "buco" 1-dimensionale, quindi ha il primo gruppo di omologia uguale a Z {\displaystyle \mathbb {Z} } .
Una sfera ha un buco bidimensionale, quindi ha il secondo gruppo di omologia uguale a Z {\displaystyle \mathbb {Z} } .

Un esempio fondamentale è fornito dalla sfera n {\displaystyle n} -dimensionale, indicata in matematica con il simbolo S n {\displaystyle S^{n}} . Tale "sfera" è in realtà una circonferenza in dimensione n = 1 {\displaystyle n=1} , ed è l'ordinaria superficie sferica per n = 2 {\displaystyle n=2} . Può essere descritta come il luogo dei punti dello spazio euclideo ( n + 1 ) {\displaystyle (n+1)} -dimensionale R n + 1 {\displaystyle \mathbb {R} ^{n+1}} che soddisfa l'equazione seguente:

x 0 2 + x 1 2 + + x n 2 = 1. {\displaystyle x_{0}^{2}+x_{1}^{2}+\ldots +x_{n}^{2}=1.}

L'omologia della sfera S n {\displaystyle S^{n}} è la seguente:

H i ( S n ) = { Z   s e   i = 0   o p p u r e   i = n , { 0 }   a l t r i m e n t i . {\displaystyle H_{i}(S^{n})=\left\{{\begin{array}{l}\mathbb {Z} {\rm {\ se\ }}i=0{\rm {\ oppure\ }}i=n,\\\{0\}{\rm {\ altrimenti}}.\,\!\end{array}}\right.}

I simboli Z {\displaystyle \mathbb {Z} } e { 0 } {\displaystyle \{0\}} indicano rispettivamente il gruppo dei numeri interi ed il gruppo banale. L'omologia della sfera S n {\displaystyle S^{n}} è quindi banale per ogni i {\displaystyle i} , tranne che per i valori 0 e n {\displaystyle n} . La non-banalità per i = 0 {\displaystyle i=0} è un fatto generale, valido per ogni spazio topologico. L'informazione per i = n {\displaystyle i=n} registra invece l'esistenza di un "buco" n {\displaystyle n} -dimensionale.

Un cerchio non ha buchi: tutti i suoi gruppi di omologia sono banali (tranne i = 0 {\displaystyle i=0} ).

Questo buco n {\displaystyle n} -dimensionale può essere "tappato" aggiungendo alla sfera la sua parte interna (ovvero la porzione di piano o spazio delimitata dalla sfera). La circonferenza diventa così un cerchio, e la superficie sferica diventa una sfera solida, cioè una palla. In matematica, l'oggetto ottenuto tappando la sfera S n {\displaystyle S^{n}} è chiamato disco (o palla): è indicato con il simbolo D n {\displaystyle D^{n}} e può essere definito come il luogo dei punti che soddisfa la disequazione seguente:

x 0 2 + x 1 2 + + x n 2 1. {\displaystyle x_{0}^{2}+x_{1}^{2}+\ldots +x_{n}^{2}\leqslant 1.}

L'omologia del disco risente del fatto che il buco è stato tappato:

H i ( D n ) = { Z   s e   i = 0 , { 0 }   a l t r i m e n t i . {\displaystyle H_{i}(D^{n})=\left\{{\begin{array}{l}\mathbb {Z} {\rm {\ se\ }}i=0,\\\{0\}{\rm {\ altrimenti}}.\,\!\end{array}}\right.}

Tutti i gruppi di omologia (tranne quello con i = 0 {\displaystyle i=0} ) sono banali: informalmente, il disco non contiene buchi.

Il toro ha una omologia più complessa della sfera. Il gruppo H 1 {\displaystyle H_{1}} è infatti Z 2 = Z × Z {\displaystyle \mathbb {Z} ^{2}=\mathbb {Z} \times \mathbb {Z} } .
Questa superficie con 3 buchi ha una omologia ancora più complessa di quella del toro. Il gruppo di omologia H 1 {\displaystyle H_{1}} è infatti Z 6 {\displaystyle \mathbb {Z} ^{6}} . Più in generale, il gruppo H 1 {\displaystyle H_{1}} di una superficie di questo tipo con k {\displaystyle k} buchi è Z 2 k {\displaystyle \mathbb {Z} ^{2k}} .

Uno spazio topologico può avere più buchi di dimensioni diverse. Ad esempio il toro T {\displaystyle T} ha tutti e tre i primi gruppi di omologia non banali:

H 0 ( T ) = Z , H 1 ( T ) = Z × Z , H 2 ( T ) = Z . {\displaystyle H_{0}(T)=\mathbb {Z} ,H_{1}(T)=\mathbb {Z} \times \mathbb {Z} ,H_{2}(T)=\mathbb {Z} .}

L'omologia è quindi usata in prima istanza come strumento per distinguere oggetti topologici.

Definizione

L'omologia di uno spazio topologico X {\displaystyle X} è costruita tramite un procedimento algebrico abbastanza raffinato. Si costruisce a partire da X {\displaystyle X} un complesso di catene C ( X ) {\displaystyle C(X)} . Il complesso di catene è una successione di gruppi abeliani C 0 , C 1 , C 2 , {\displaystyle C_{0},C_{1},C_{2},\ldots } e di omomorfismi n : C n C n 1 {\displaystyle \partial _{n}:C_{n}\to C_{n-1}} chiamati operatori di bordo. Tutti questi oggetti possono essere descritti da una catena di simboli nel modo seguente:

n + 1 C n n C n 1 n 1 2 C 1 1 C 0 0 0 {\displaystyle \dotsb {\overset {\partial _{n+1}}{\longrightarrow \,}}C_{n}{\overset {\partial _{n}}{\longrightarrow \,}}C_{n-1}{\overset {\partial _{n-1}}{\longrightarrow \,}}\dotsb {\overset {\partial _{2}}{\longrightarrow \,}}C_{1}{\overset {\partial _{1}}{\longrightarrow \,}}C_{0}{\overset {\partial _{0}}{\longrightarrow \,}}0}

dove 0 {\displaystyle 0} indica il gruppo banale. Si richiede inoltre che la composizione di due operatori di bordo consecutivi sia nulla, cioè che per ogni n {\displaystyle n} valga la relazione

n n + 1 = 0. {\displaystyle \partial _{n}\circ \partial _{n+1}=0.\,\!}

Ciò è equivalente a chiedere che l'immagine di n + 1 {\displaystyle \partial _{n+1}} sia contenuta nel nucleo di n {\displaystyle \partial _{n}} :

im ( n + 1 ) ker ( n ) . {\displaystyle \operatorname {im} (\partial _{n+1})\subseteq \ker(\partial _{n}).}

Se immagine e nucleo coincidono per ogni n {\displaystyle n} la sequenza si dice esatta. Generalmente però questo non accade; l'omologia "misura" proprio quanto la successione sia lontana dall'essere esatta.

Poiché ogni gruppo C n {\displaystyle C_{n}} è abeliano, le immagini sono tutte sottogruppi normali ed è quindi possibile definire l' n {\displaystyle n} -esimo gruppo di omologia come il gruppo quoziente

H n ( X ) = ker ( n ) / i m ( n + 1 ) . {\displaystyle H_{n}(X)=\ker(\partial _{n})/\mathrm {im} (\partial _{n+1}).}

Viene spesso usata anche la notazione seguente

Z n = ker ( n ) , {\displaystyle Z_{n}=\ker(\partial _{n}),\,\!}
B n = im ( n + 1 ) . {\displaystyle B_{n}=\operatorname {im} (\partial _{n+1}).}

Gli elementi in Z n {\displaystyle Z_{n}} e B n {\displaystyle B_{n}} sono chiamati rispettivamente cicli e bordi. L'omologia è quindi

H n ( X ) = Z n ( X ) / B n ( X ) . {\displaystyle H_{n}(X)=Z_{n}(X)/B_{n}(X).\,\!}

Il complesso di catene C ( X ) {\displaystyle C(X)} può essere costruito in vari modi, ma l'omologia che ne risulta è generalmente equivalente. A seconda del metodo scelto per costruire C ( X ) {\displaystyle C(X)} si parla quindi di omologia simpliciale, singolare, cellulare, etc.

Proprietà

Funtorialità

L'omologia è un funtore dalla categoria degli spazi topologici in quella dei gruppi abeliani. In altre parole, l'omologia (ad ogni livello fissato k {\displaystyle k} ) associa ad ogni spazio X {\displaystyle X} un gruppo H k ( X ) {\displaystyle H_{k}(X)} in modo funtoriale: ogni funzione continua

f : X Y {\displaystyle f:X\to Y}

induce un omomorfismo di gruppi

f : H k ( X ) H k ( Y ) {\displaystyle f_{*}:H_{k}(X)\to H_{k}(Y)}

che soddisfa alcuni assiomi naturali:

  • se f {\displaystyle f} è l'identità allora f {\displaystyle f_{*}} è l'identità,
  • l'operazione "commuta" con la composizione: ( f g ) = f g {\displaystyle (f\circ g)_{*}=f_{*}\circ g_{*}} .

Da questi due assiomi discendono ad esempio due fatti non banali:

  • se f {\displaystyle f} è un omeomorfismo allora f {\displaystyle f_{*}} è un isomorfismo,
  • se f {\displaystyle f} è una retrazione su un sottoinsieme Y {\displaystyle Y} di X {\displaystyle X} , allora f {\displaystyle f_{*}} è suriettiva (e l'inclusione i : Y X {\displaystyle i:Y\to X} induce una mappa i {\displaystyle i_{*}} iniettiva).

Anello dei coefficienti

L'omologia dipende, oltre che dal parametro k {\displaystyle k} , anche dalla scelta di un anello A {\displaystyle A} . I gruppi C n {\displaystyle C_{n}} del complesso di catene risultano essere dei moduli su A {\displaystyle A} . Anche i gruppi di omologia H k {\displaystyle H_{k}} sono degli A {\displaystyle A} -moduli e vengono indicati con il simbolo

H k ( X , A ) . {\displaystyle H_{k}(X,A).}

Nella maggior parte dei casi A {\displaystyle A} è l'anello degli interi Z {\displaystyle \mathbb {Z} } oppure un campo. Se A {\displaystyle A} è un campo i gruppi di omologia H k {\displaystyle H_{k}} sono degli spazi vettoriali e la loro dimensione (se finita) è detta numero di Betti:

b k = dim H k ( X , A ) . {\displaystyle b_{k}=\dim H_{k}(X,A).}

Il numero di Betti b k {\displaystyle b_{k}} può essere interpretato grossolanamente come il "numero di buchi k {\displaystyle k} -dimensionali" di X {\displaystyle X} .

Se A {\displaystyle A} è l'anello degli interi il gruppo di omologia H k {\displaystyle H_{k}} è un gruppo abeliano che può generalmente contenere elementi di torsione.

Omotopia

L'omologia è invariante per omotopia: deformazioni continue di mappe e spazi lasciano l'omologia immutata. Più precisamente, due mappe

f , g : X Y {\displaystyle f,g:X\to Y}

omotope inducono lo stesso omomorfismo

f = g : H k ( X ) H k ( Y ) . {\displaystyle f_{*}=g_{*}:H_{k}(X)\to H_{k}(Y).}

Tra le conseguenze di questo fatto:

  • Due spazi omotopicamente equivalenti hanno gruppi di omologia isomorfi,
  • Se un sottoinsieme Y {\displaystyle Y} di X {\displaystyle X} è un retratto di deformazione di X {\displaystyle X} , l'inclusione i : Y X {\displaystyle i:Y\to X} induce un isomorfismo in omologia.

Complessi di celle, varietà

Se lo spazio topologico X {\displaystyle X} è descrivibile come un complesso di celle è possibile calcolare l'omologia agevolmente usando l'omologia cellulare. Analogamente, se X {\displaystyle X} è descrivibile come complesso simpliciale può essere usata l'omologia simpliciale.

Se X {\displaystyle X} è un complesso con un numero finito di celle e l'anello di base A {\displaystyle A} è un campo, valgono i fatti seguenti:

  • Lo spazio vettoriale H k ( X ) {\displaystyle H_{k}(X)} ha dimensione finita b k {\displaystyle b_{k}} per ogni k {\displaystyle k} .
  • Se n {\displaystyle n} è la dimensione massima delle celle, allora b i = 0 {\displaystyle b_{i}=0} per ogni i > n {\displaystyle i>n} .

Con queste ipotesi è quindi ben definita la caratteristica di Eulero

χ ( X ) = b 0 b 1 + b 2 + ( 1 ) n b n . {\displaystyle \chi (X)=b_{0}-b_{1}+b_{2}-\ldots +(-1)^{n}b_{n}.}

La caratteristica di Eulero è un importante invariante dello spazio topologico X {\displaystyle X} . A differenza dei numeri di Betti, la caratteristica non dipende dal campo A {\displaystyle A} scelto.

Ad esempio, ogni varietà differenziabile compatta di dimensione n {\displaystyle n} è descrivibile come complesso di celle finito.

Gruppo di indice zero

Il gruppo di omologia H 0 ( X ) {\displaystyle H_{0}(X)} è sempre isomorfo a A c {\displaystyle A^{c}} , dove c {\displaystyle c} è il numero di componenti connesse per archi dello spazio topologico X {\displaystyle X} . In particolare, se X {\displaystyle X} è connesso per archi vale l'isomorfismo seguente:

H 0 ( X ) A . {\displaystyle H_{0}(X)\cong A.}

Gruppo di indice uno

Se X {\displaystyle X} è uno spazio connesso per archi, il gruppo di omologia intera di indice 1 è determinato dal gruppo fondamentale π 1 ( X ) {\displaystyle \pi _{1}(X)} di X {\displaystyle X} . Si tratta infatti dell'abelianizzato del gruppo fondamentale:

H 1 ( X , Z ) = π 1 ( X ) / [ π 1 ( X ) , π 1 ( X ) ] {\displaystyle H_{1}(X,\mathbb {Z} )=\pi _{1}(X)/{\left[\pi _{1}(X),\pi _{1}(X)\right]}}

ovvero π 1 ( X ) {\displaystyle \pi _{1}(X)} quozientato per il suo sottogruppo derivato [ π 1 ( X ) , π 1 ( X ) ] {\displaystyle [\pi _{1}(X),\pi _{1}(X)]} , il più piccolo sottogruppo normale di π 1 ( X ) {\displaystyle \pi _{1}(X)} che contiene tutti i commutatori dei suoi elementi. Il quoziente è effettivamente un gruppo abeliano: in generale, i gruppi di omologia sono tutti abeliani, mentre il gruppo fondamentale può non esserlo.

L'analogia con i gruppi di omotopia termina a questo livello: il secondo gruppo di omologia H 2 {\displaystyle H_{2}} non è determinato dal secondo gruppo di omotopia π 2 {\displaystyle \pi _{2}} .

Gruppo di indice massimo

Se X {\displaystyle X} è una varietà di dimensione n {\displaystyle n} , tutti i gruppi di omologia di indice superiore a n {\displaystyle n} sono banali. Il gruppo di indice massimo H n ( X ) {\displaystyle H_{n}(X)} è inoltre determinato da due condizioni topologiche: l'orientabilità e la compattezza di X {\displaystyle X} . Se A {\displaystyle A} è l'anello degli interi o un campo e X {\displaystyle X} è connessa, vale il fatto seguente:

H n ( X ) = { A  se  X  compatta e orientabile { 0 }  altrimenti  {\displaystyle H_{n}(X)={\begin{cases}A&{\mbox{ se }}X{\mbox{ compatta e orientabile}}\\\{0\}&{\mbox{ altrimenti }}\end{cases}}}

Per "compatta" si intende "compatta senza bordo" (cioè chiusa).

Esempi

Una varietà compatta (più in generale, un complesso di celle finito) di dimensione n {\displaystyle n} ha tutti i gruppi di omologia di ordine maggiore di n {\displaystyle n} banali. Per conoscere l'omologia di un tale spazio è quindi sufficiente elencarne i gruppi di ordine fino a n {\displaystyle n} . L'omologia è definita su un anello A {\displaystyle A} (generalmente, l'anello degli interi o un campo).

Sfere

Come già accennato, l'omologia della sfera n {\displaystyle n} -dimensionale S n {\displaystyle S^{n}} è la seguente:

H 0 ( S n ) = A ,   H 1 ( S n ) = = H n 1 ( S n ) = { 0 } ,   H n ( S n ) = A . {\displaystyle H_{0}(S^{n})=A,\ H_{1}(S^{n})=\ldots =H_{n-1}(S^{n})=\{0\},\ H_{n}(S^{n})=A.}

Superfici

Una superficie orientabile Σ g {\displaystyle \Sigma _{g}} compatta di genere g {\displaystyle g} ha i seguenti gruppi di omologia:

H 0 ( Σ g ) = A ,   H 1 ( Σ g ) = Z 2 g ,   H 2 ( Σ g ) = A . {\displaystyle H_{0}(\Sigma _{g})=A,\ H_{1}(\Sigma _{g})=\mathbb {Z} ^{2g},\ H_{2}(\Sigma _{g})=A.}

Spazi proiettivi

Lo spazio proiettivo complesso C P n {\displaystyle \mathbb {CP} ^{n}} è una varietà di dimensione 2 n {\displaystyle 2n} . I suoi gruppi di omologia sono i seguenti.

H i ( C P n ) = { A i  pari  { 0 } i  dispari  {\displaystyle H_{i}(\mathbb {CP} ^{n})={\begin{cases}A&i{\mbox{ pari }}\\\{0\}&i{\mbox{ dispari }}\end{cases}}}

Brevemente, i gruppi di ordine pari sono isomorfi ad A {\displaystyle A} e quelli di ordine dispari sono banali.

L'omologia dello spazio proiettivo reale è più complicata: questa dipende infatti dall'anello A {\displaystyle A} . Ad esempio, se A {\displaystyle A} è l'anello degli interi si ottengono i gruppi seguenti:

H i ( R P n ) = { Z i = 0  oppure  i = n  dispari, Z / 2 Z 0 < i < n ,   i   dispari, 0 altrimenti. {\displaystyle H_{i}(\mathbb {RP} ^{n})={\begin{cases}\mathbb {Z} &i=0{\mbox{ oppure }}i=n{\mbox{ dispari,}}\\\mathbb {Z} /2\mathbb {Z} &0<i<n,\ i\ {\mbox{dispari,}}\\0&{\mbox{altrimenti.}}\end{cases}}}

I gruppi di indice dispari sono quindi gruppi ciclici di ordine 2, tranne eventualmente l'ultimo. Lo spazio proiettivo reale è orientabile solo per n {\displaystyle n} dispari: solo in questo caso il gruppo di omologia di ordine massimo n {\displaystyle n} è isomorfo a Z {\displaystyle \mathbb {Z} } .

Applicazioni

Teorema di Brouwer

Lo stesso argomento in dettaglio: Teorema del punto fisso di Brouwer.
Se f {\displaystyle f} non ha punto fisso, esiste una retrazione F {\displaystyle F} della sfera sul bordo.

Con l'omologia è possibile dimostrare il teorema del punto fisso di Brouwer, che asserisce che ogni funzione continua f : D n D n {\displaystyle f:D^{n}\to D^{n}} dal disco n {\displaystyle n} -dimensionale in sé ha un punto fisso. La dimostrazione procede nel modo seguente: se per assurdo non esistesse un punto fisso, i punti x {\displaystyle x} e f ( x ) {\displaystyle f(x)} sarebbero distinti per ogni x {\displaystyle x} : intersecando la retta passante per questi due punti con il bordo del disco si costruisce una retrazione F : D n S n 1 {\displaystyle F:D^{n}\to S^{n-1}} dal disco al suo bordo.

Non esiste però nessuna retrazione dal disco al suo bordo: una tale mappa infatti dovrebbe indurre una mappa suriettiva

F : H k ( D n ) H k ( S n 1 ) {\displaystyle F_{*}:H_{k}(D^{n})\to H_{k}(S^{n-1})}

in omologia. Questo è impossibile, perché per k = n 1 {\displaystyle k=n-1} l'omologia del disco è banale e quella della sfera no.

Spazi non omeomorfi

L'omologia è uno strumento utile a distinguere spazi topologici. Ad esempio, la sfera S 2 n {\displaystyle S^{2n}} e lo spazio proiettivo complesso C P n {\displaystyle \mathbb {CP} ^{n}} sono due varietà della stessa dimensione 2 n {\displaystyle 2n} . Sono entrambe semplicemente connesse. Se n = 1 {\displaystyle n=1} , gli spazi S 2 {\displaystyle S^{2}} e C P 1 {\displaystyle \mathbb {CP} ^{1}} sono effettivamente omeomorfi. Per n > 1 {\displaystyle n>1} però non lo sono, perché hanno omologie differenti: quella della sfera è sempre banale (tranne per k = 0 , 2 n {\displaystyle k=0,2n} ) mentre quella dello spazio proiettivo è non banale per ogni k {\displaystyle k} pari.

Strumenti

Successione di Mayer-Vietoris

Lo stesso argomento in dettaglio: Successione di Mayer-Vietoris.
L'omologia della sfera può essere calcolata rappresentando S n {\displaystyle S^{n}} come unione di due aperti A , B {\displaystyle A,B} e usando la successione esatta.

La successione di Mayer-Vietoris è un importante strumento utile a calcolare l'omologia di uno spazio topologico X {\displaystyle X} a partire da una sua "decomposizione": più precisamente, a partire da un suo ricoprimento in due aperti U , V {\displaystyle U,V} . Similmente al teorema di Van Kampen per i gruppi fondamentali, la successione mette in relazione i gruppi di omologia degli spazi X {\displaystyle X} , U {\displaystyle U} , V {\displaystyle V} e U V {\displaystyle U\cap V} . Le omologie di questi spazi formano una successione esatta lunga:

H n + 1 ( X ) H n ( U V ) ( i , j ) H n ( U ) H n ( V ) k l H n ( X ) H n 1 ( U V ) H 0 ( U ) H 0 ( V ) k l H 0 ( X ) 0. {\displaystyle {\begin{aligned}\cdots \rightarrow H_{n+1}(X)\,&{\xrightarrow {\partial _{*}}}\,H_{n}(U\cap V)\,{\xrightarrow {(i_{*},j_{*})}}\,H_{n}(U)\oplus H_{n}(V)\,{\xrightarrow {k_{*}-l_{*}}}\,H_{n}(X){\xrightarrow {\partial _{*}}}\\&\quad {\xrightarrow {\partial _{*}}}\,H_{n-1}(U\cap V)\rightarrow \cdots \rightarrow H_{0}(U)\oplus H_{0}(V)\,{\xrightarrow {k_{*}-l_{*}}}\,H_{0}(X)\rightarrow \,0.\end{aligned}}}

Se si conoscono le omologie di U , V , U V {\displaystyle U,V,U\cap V} e le mappe naturali fra queste è quindi possibile dedurre l'omologia per X {\displaystyle X} .

Formula di Künneth

La formula di Künneth permette di calcolare l'omologia di un prodotto X × Y {\displaystyle X\times Y} a partire dalle omologie dei singoli fattori X {\displaystyle X} e Y {\displaystyle Y} . Quando l'anello A {\displaystyle A} è un campo, la formula è la seguente:

H k ( X × Y ) i + j = k H i ( X ) H j ( Y ) . {\displaystyle H_{k}(X\times Y)\cong \bigoplus _{i+j=k}H_{i}(X)\otimes H_{j}(Y).}

La formula fa uso del prodotto tensoriale {\displaystyle \otimes } fra spazi vettoriali.

Bibliografia

  • Allen Hatcher, Algebraic topology, Cambridge University Press, 2002, ISBN 0-521-79160-X, OCLC 45420394.

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