Domenico I di Sutri

Domenico (... – ...; fl. XI secolo) è stato vescovo di Sutri, storicamente documentato dal 1001 al 1015.

Biografia

Non si conosce nulla della vita e dell'operato del vescovo Domenico, noto solamente grazie a tre documenti datati 1001, 1013 e 1015.[1]

La prima attestazione documentaria di Domenico di Sutri risale al placito con cui papa Silvestro II, il 4 aprile 1001, concesse all'abbazia di Pomposa l'autonomia dagli arcivescovi di Ravenna e da ogni altro potere signorile.[2][3] Questo documento, che segue di qualche giorno il diploma dell'imperatore Ottone III a favore della stessa abbazia, fu redatto a Ravenna, nel monastero di Sant'Apollinare in Classe, dove si trovavano il papa e la sua corte. Tra i firmatari del placito sottoscrisse anche Dominicus gratia Dei Sancte Sutrine ecclesie episcopus.[4]

Il vescovo di Sutri è ancora documentato nel 1013. Leone, giudice dativo o scabino, sposo di Maria, nominò il vescovo Domenico suo fedecommesso e esecutore testamentario a favore dell'abbazia di Farfa.[2] L'atto notarile, con cui, consenziente la vedova Maria, furono concessi alcuni beni lasciati da Leone all'abbazia, fu redatto il 7 aprile 1013 e venne sottoscritto, oltre che da Rodolfo, abate del monastero di Santa Maria e San Lorenzo in Clausura, e da alcuni testimoni, anche da Dominicus indignus aepiscopus sanctae sutrinae aecclesiae.[5]

L'ultima attestazione storica del vescovo Domenico risale al 3 gennaio 1015,[6] quando sottoscrisse come Domnus sanctae Sutrinensis ecclesiae episcopus il privilegio concesso da papa Benedetto VIII a favore dell'abate Guglielmo, fondatore dell'abbazia di Fruttuaria.[7][2][8]

Non si conosce la data di morte di Domenico. Due anni dopo, nel mese di gennaio 1017, la cattedra di Sutri era occupata dal vescovo Pietro.

Note

  1. ^ (DE) Gerhard Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern : mit den listen der bischöfe, 951-1122, Lepizig-Berlin, 1913, p. 264.
  2. ^ a b c Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. VI, Venezia, 1847, pp. 227.
  3. ^ AA. VV., L’abbazia di Pomposa e le sue scritture tra X e XII secolo: un progetto per ricostruire l’archivio e la biblioteca, Reti Medievali Rivista, 22, 2 (2021), p. 3.
  4. ^ (LA) Annales Camaldulenses ordinis Sancti Benedicti quibus plura interferuntur tum ceteras Italico-monasticas res, tum historiam ecclesiasticam remque diplomaticam illustrantia. D. Johanne-Benedicto Mittarelli & d. Anselmo Costadoni, Tomus Primus, Venetiis, 1755, coll. 160-163.
  5. ^ (LA) Il regesto di Farfa di Gregorio di Catino, pubblicato da I. Giorgi e U. Balzani, vol. IV, Roma, 1888, pp. 67-68.
  6. ^ (LA) Regesta pontificum romanorum, ed. Jaffé-Loewenfeld, primo volume, p. 508, nº 4007.
  7. ^ (LA) Giovanni Domenico Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, vol. XIX, Venezia, 1774, coll. 361-364.
  8. ^ Nicolangelo D'Acunto e Simona Moretti, Guglielmo da Volpiano, santo, Dizionario biografico degli italiani, volume 61, 2004.

Predecessore Vescovo di Sutri Successore
Benedetto 1001-1015 Pietro
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